Manifesto per San Donato.


San Donato… verso la città sostenibile.

Cambiare rotta, anticipare il futuro della città.
La riduzione della disponibilità di risorse naturali ed in particolare dei combustibili fossili, l’inquinamento atmosferico della città ed il conseguente aumento delle patologie respiratorie, l’aumento dei gas serra e della pressione antropica sull’ambiente impongono un’assunzione di responsabilità da parte di tutti: cittadini, imprese e amministrazioni.
La consapevolezza che oggi esistono strumenti per rispondere alle esigenze dell’ambiente e per migliorare la vivibilità e la salubrità dei luoghi in cui viviamo, deve essere lo stimolo per agire ed intraprendere in modo sistematico un percorso per pensare e realizzare una città sostenibile.
La Firenze del futuro, quella dei nostri figli, dovrà essere capace di fornire spazi e servizi di qualità per chi ci vive senza ulteriori pressioni sull’ambiente. Dovrà essere una città in cui le attività economiche, quelle sociali e i servizi ambientali troveranno il loro equilibrio in un rinnovato processo di sviluppo.
Il nuovo Piano Strutturale del Comune di Firenze ha l’ambizione di guardare al Futuro, è per questo che l’Immobiliare Novoli, nel suo nuovo piano di recupero, deve cogliere l’opportunità offerta ed introdurre tutti gli elementi che consentono all’area ex Fiat di trasformarsi in un “villaggio sostenibile”, ossia in un modello di urbanistica sostenibile per qualità delle abitazioni, vivibilità urbana, sostenibilità ambientale e opportunità sociali.
Da piccole cose grandi risultati
Attenzione è la parola chiave: ai bisogni anche inespressi delle persone, all’innovazione tecnologica, ai dettagli che spesso vengono ignorati. Attenzione alla qualità, non quella certificata ma quella percepita dai cittadini, dovrà essere la direttrice del nuovo piano di recupero di San Donato.
Piccole cose, singoli elementi di un puzzle che nell’insieme determineranno un risultato diverso e migliore per il complesso degli interventi da realizzare, ecco come:
1. Giusta integrazione fra le varie funzioni della città
La qualificazione culturale del centro multifunzionale (detto multiplex) è un obiettivo prioritario per orientare il mercato degli esercizi commerciali. I cinema ne rappresentano il fulcro, ma non solo. E’ necessario che una delle sale sia polivalente ossia un Cinema/teatro, con le quinte che permettano di realizzare manifestazioni ed eventi musicali o teatrali.
I cinema stessi, moderni e economicamente sostenibili, devono essere gestiti in modo da garantire la più ampia possibilità di scelta ed offrire opportunità di fruizione alle scuole, agli universitari ed agli anziani attraverso una corretta impostazione del contratto di gestione.
Negli spazi pubblici è da prevedere una ludoteca che consenta ai genitori di poter fruire delle opportunità commerciali e culturali del centro, un servizio ludico/educativo di supporto alle famiglie anche la sera.
Le sale prova musicali sono importanti sia per garantire uno spazio attrezzato ai tantissimi talenti, semplici appassionati o professionisti, che per orientare il mercato degli esercizi commerciali verso servizi complementari.
Uno sportello pubblico (Comune/ASL) ed una sala polivalente (con emeroteca, p.a.a.s. e mediateca) a disposizione delle associazioni e cittadini (giovani, famiglie, anziani) devono completare l’utilizzo degli spazi destinati ad attività pubblica in modo da offrire servizi di prossimità insieme alla possibilità di aggregazione e scambio culturale. E’ importante creare un ambiente in cui anche gli anziani possano ritrovarsi per socializzare magari anche potendo far tesoro del loro tempo e della loro sapienza a vantaggio delle nuove generazioni.
Nel complesso le attività sociali e culturali qualificheranno il target di utenti che frequenterà il centro multifunzionale e questo permetterà l’apertura di esercizi economici adeguati come caffè letterari, librerie, negozi di strumenti musicali, ecc.
2. Luoghi e giochi per bambini, e non solo.
La ludoteca deve essere intesa come uno dei luoghi che rendono San Donato un villaggio a misura di bambino. Dove le opportunità sono rappresentate anche dalla possibilità di muoversi fuori dal traffico e di fruire di ampi spazi attrezzati all’interno del parco. I giochi del parco dovranno coniugare l’attenzione all’educazione e il rispetto della tradizione culturale, per questo è necessario recuperare antichi giochi di strada per riproporli con sistemi nuovi in aree appositamente attrezzate.
E nel parco è necessario dare pari dignità agli amici dell’uomo, i cani, aumentando gli spazi loro dedicati, e riservando, allo stesso tempo, spazi esclusivamente dedicati ai giochi dei bambini. E’ quindi da realizzare una zona di promiscuità ampia accanto ad aree esclusive dedicate a bambini e agli animali, così da soddisfare tutti i cittadini qualunque sia la loro necessità (sicurezza, igiene, libertà).
Ma il parco deve essere anche un luogo per fare attività fisica, sport, per questo è necessario realizzare uno spazio attrezzato per sport di gruppo e una palestra verde, ossia un percorso vita dislocato lungo i sentieri del parco.
Occorre anche lavorare per integrare San Donato con il resto del quartiere sia attraverso adeguati attraversamenti pedonali e collegamenti con le zone limitrofe della città, sia aumentando l’appetibilità alla fruizione dei grandi posteggi interrati onde evitare che l’accesso all’area non pregiudichi la vivibilità dei residenti.
3. Riduzione dei gas serra e dell’inquinamento atmosferico
La Firenze di domani dovrà ridurre l’inquinamento atmosferico anche e soprattutto attraverso una maggiore efficienza energetica delle abitazioni e degli impianti.
San Donato dovrà essere un villaggio ciclabile, ma il cambiamento va guidato anche attraverso l’inserimento di distributori per la ricarica di auto e moto elettriche.
L’illuminazione pubblica a led è un primo significativo segnale per la riduzione dei consumi energetici, ma la parte più importante deve essere svolta dalle abitazioni. Costruire i nuovi edifici in classe energetica A significa azzerare l’impatto della gestione delle abitazioni sull’ambiente, ma se questo non basta dovrà essere realizzato un impianto che riduce gli sprechi di combustibili fossili come, per esempio, la trigenerazione che utilizza tutte le potenzialità del gas naturale o fonti rinnovabili, per produrre energia elettrica, calore d’inverno e fresco d’estate. Un impianto che potrebbe ridurre considerevolmente anche l’impatto del nuovo Palazzo di Giustizia se realizzato per soddisfare le esigenze di questa fondamentale funzione della città.
4. Produzione di energia pulita
Ma i nuovi edifici hanno ancora importanti potenzialità. Il fotovoltaico ed il solare termico possono essere elementi da integrare architettonicamente aumentando la funzionalità delle strutture, trasformandole in centrali produttive. Non solo i nuovi edifici da costruire, ma anche nel centro polifunzionale potrebbero essere utilizzatele superfici esposte al sole per incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili, soprattutto con l’obiettivo di dare un importante segnale di coerenza e costituire un modello di recupero funzionale delle strutture esistenti.
5. Garantire la possibilità di scelta
A San Donato i cittadini dovranno poter esercitare il diritto di scelta: se utilizzare l’acqua depurata dell’acquedotto, grazie alla realizzazione di fontanelle di Publiacqua all’interno dell’isolato, o acquistare acqua in bottiglia; se acquistare generi alimentari e prodotti convenzionali nei negozi o approvvigionarsi con merce locale direttamente dai produttori (mercato biologico e di filiera corta) approfittando di un appuntamento mensile che dovrà trasformare il parco di San Donato in un Villaggio sostenibile: momento di confronto sui temi dell’economia solidale e incontro fra coloro che intendono privilegiare lo scambio culturale, sociale e umano fra chi vende e chi compra.
6. Lo sguardo al futuro
La ex Centrale Termica è la grande opportunità di realizzare un Urban Center in Firenze inteso come laboratorio di metamorfosi urbana e culturale. Un punto di passaggio delle idee e dei progetti  che guardano al futuro della città e del mondo  in un nuovo concetto di sviluppo. In grado di ospitare esposizioni e iniziative, di architettura, scienze ed arti. Luogo di incontro e dibattito, di documentazione e informazione(magari crocevia della weconomy). Un grande progetto che merita il coinvolgimento di tutta la società che vive e ama Firenze: cittadini,imprese e amministrazioni, ma anche intellettuali ed artisti di ogni parte del mondo.
7. Educare alla qualità
La qualità della vita passa anche attraverso una maggiore consapevolezza del valore della sostenibilità. I cittadini quindi devono poter apprezzare attraverso l’esperienza diretta, il vissuto quotidiano, il significato di “sostenibilità” per poterlo trasferire anche nei comportamenti della vita privata.
Per questo è fondamentale la gestione biologica del parco di San Donato che ne valorizza la prestazioni igieniche e ambientali (ad oggi l’unico parco certificato biologico in Toscana è quello del Meyer).
La raccolta differenziata dei rifiuti invece deve essere una opportunità per educare al rispetto delle risorse e del “bello” con la realizzazione di cassonetti interrati ed un sistema di promozione della riduzione dei rifiuti che passa anche attraverso iniziative che favoriscono lo scambio, il riciclo ed il riuso (da realizzare in concomitanza con il mercato biologico e di filiera corta nel parco San Donato).
Una corretta gestione delle acque è fondamentale per stimolare i cittadini al rispetto di questa risorsa che non è inesauribile. Utilizzo dell’acqua piovana e fitodepurazione costituiscono una opportunità vantaggiosa sia economicamente che per l’ambiente.
L’arredo urbano ecosostenibile, infine, non è un dettaglio da sottovalutare perchè rappresenta il biglietto da visita e l’elemento di uso quotidiano che orienta le scelte dei fruitori enfatizzando uno stile di vita in cui l’attenzione alla qualità, elemento chiave della nostra idea di città, costituisce un valore che vorremmo sia condiviso da tutti i cittadini.

Nella nuova visione di città architettura, tecnologia e giusta integrazione fra economia di mercato, funzioni sociali ed ambientali, rappresentano gli strumenti che abbiamo a disposizione per ridurre il debito che abbiamo nei confronti dei nostri figli.
E’ nostro dovere cominciare da qui, dove c’è la possibilità di costruire.