martedì 23 marzo 2010

Vivere Novoli partendo da un'idea progettuale

Ecco il testo del documento che abbiamo consiviso nella riunione del 22 febbraio e che rappresenta un'idea, seppur embrionale, del progetto che potrebbe rivitalizzare il nostro quartiere.
Il testo è stato poi inviato al presidente del Quartiere e al Sindaco per iniziare a discuterne
.

Non siamo semplici cittadini, siamo gli abitanti di Novoli e delle zone limitrofe, una volta periferia di Firenze, e recentemente battezzata, in uno slogan commerciale, “l’altro Centro” nella prospettiva di veder nascere nello spazio ex Fiat, oltre a nuove abitazioni ed uffici, tutti quei servizi in grado di trasformare un quartiere dormitorio in un Centro urbano da vivere. Desideriamo illustrare alcune proposte in merito alla destinazione d’uso del Multiplex di Novoli.

Vogliamo partire dalle esigenze degli abitanti e dei fruitori della zona con l’obbiettivo di cogliere l’ultima occasione di riqualificazione urbana di un quartiere densamente popolato, per far vivere una comunità e combattere il degrado. Vogliamo un’attrattiva per i fiorentini alternativa al centro della città: una nuova centralità urbana di qualità per dare un’opportunità di vita al territorio, accostando agli esercizi commerciali attività culturali, ricreative e di socializzazione.
Abbiamo in mente un’area che resta viva 24 ore su 24 con spazi per tutti: il commercio, il tempo libero e servizi per la cittadinanza.

L’opportunità che può sfumare

Il cuore del progetto di riqualificazione dell’area ex Fiat di San Donato è costituito dal complesso denominato Multiplex, ma abbandonata l’ipotesi di realizzare una Multisala per le note e ingarbugliate vicende politico giudiziarie, il Comune ha ipotizzato di acquisire il complesso per trasferirci gli uffici comunali.

Uno stravolgimento del progetto “socialmente insostenibile” che destina definitivamente l’area a quartiere pieno di pendolari di giorno e dormitorio di notte: la perfetta ricetta per alimentare traffico e degrado.

Le promesse elettorali

Eppure in campagna elettorale ci hanno parlato di città policentrica, ci hanno promesso piazze e contrade vitali in cui “vivere” oltre che abitare, con i servizi per il tempo libero, la socializzazione, la cultura, il commercio.

Un quartiere che produce di giorno e vive di sera: la vera soluzione per l’integrazione, la lotta al degrado e la coesione sociale. Ma forse questi sono valori troppo progressisti soprattutto quando l’amministrazione si scontra con gli equilibri di bilancio che impongono scelte solo economicamente sostenibili.

Una soluzione possibile

Pare evidente che il Comune intende acquistare il Multiplex grazie alle risorse che si liberano dalla dismissione degli uffici trasferiti e, eventualmente, da una certa economia di gestione.
Questa è la parte “economicamente sostenibile”.

Ma ciò non deve significare automaticamente che gran parte del fabbricato possa essere destinato ad uffici. Anche la presenza di esercizi commerciali e per il tempo libero lo rendono
“sostenibile economicamente”. Palestra, piscina, mini market, pizzerie, pub, ristoranti, sale cinematografiche o teatrali sono attività economiche “compatibili” ma anche essenziali per far VIVERE un quartiere e allo stesso tempo offrire un’ opportunità per coloro che
lavorerebbero negli uffici pubblici adiacenti.

Anche l’utilizzo multifunzionale delle strutture pubbliche è “sostenibile economicamente”. Pensiamo alle sale riunioni dell’amministrazione, che, se organizzate logisticamente in modo adeguato, possono essere utilizzate, dopo l’orario di lavoro, per attività sociali e ricreative di giovani, famiglie e anziani.

Oppure alla creazione di un asilo nido che si trasforma in ludoteca. E ancora immaginiamo l’utilizzo della piazza interna del multiplex per la realizzazione di eventi culturali o pensiamo alla creazione di piccoli laboratori artistici per trasformare gli uffici in una pinacoteca pubblica.
Una rete di servizi

Ma il Multiplex non è il solo centro della vita del quartiere. Tutte le strutture pubbliche devono essere gestite in modo multifunzionale e andare a costituire una rete di servizi che costituisca l’offerta di vivibilità per i cittadini residenti.

Il Parco di San Donato deve essere organizzato per realizzare manifestazioni e strutturato per praticare attività sportive con attrezzature moderne e spazi dedicati agli sport di gruppo (basket, calcetto, volley) riservando anche uno spazio dignitoso a chi vuole fruire dell’area con i propri cani.
Le piazze interne devono poter ospitare un mercato ed eventi commerciali o di tempo libero
Gli spazi universitari e le scuole devono poter diventare veri centri di promozione culturale ed integrarsi nel tessuto sociale del quartiere. Magari è possibile pensare all’apertura della biblioteca universitaria ai residenti del quartiere e all’utilizzo di alcuni spazi dell’università e del comune per favorire l’aggregazione e l’integrazione fra residenti e studenti. I collegamenti pedonali e ciclabili devono permettere di potersi muovere ergonomicamente e con sicurezza da e verso San Donato che ancora non riesce a mascherare il proprio passato e continua ad apparire più come un’isola
in mezzo a tre grandi fiumi di auto (Via di Novoli, Via Forlanini e Viale Guidoni).

Crediamo di trovarci di fronte all’ultima grande opportunità per un futuro qualitativamente diverso del nostro quartiere. Non possiamo permetterci di perdere questa occasione e per questo
motivo pretendiamo di essere ascoltati e di partecipare alle scelte che ci riguardano da vicino.

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