mercoledì 26 gennaio 2011

L'amico Libero ci racconta una storia sul Variety.

Pubblichiamo con piacere la mail che ci ha inviato Libero sulla storia del cinema Variety.

Ciao comitato di Viverenovoli,

ti invio un mio commento a proposito di quanto riportato oggi sul Corriere Fiorentino in un articolo dal titolo "Variety, un rimedio in extremis", molto utile a ricostruire come è avvenuto che un buon cinema come il Variety abbia chiuso i battenti nonostante il suo successo commerciale.

Pare che il Variety, che tanto piccolo non è, visto che ha più di 1000 posti, dovesse spostarsi in una zona meno congestionata, in cui sarebbe stato più facile parcheggiare, pur rimanendo nel quartiere dove è ubicato. La proprietà ha messo in moto quindi un meccanismo (vendita del vecchio e costruzione del nuovo) che però si è inceppato, ovvero il nuovo non si è potuto fare.
Quindi da un lato chi ha comprato l'immobile per costruire abitazioni non aveva nessuna intenzione di uccidere un cinema (si può discutere se fosse opportuno per il quartiere, secondo me no, ma certamente era perfettamente legale) e chi l'ha venduto (Rinaldi) non aveva intenzione di cessare l'attività, ma anzi di svilupparla.
Semplicemente non hanno fatto i conti con la nostra inaffidabile classe politica (di ieri e di oggi) e con la inutile ed opprimente fila di burocrati per i quali è molto più facile fare il "signor-nò" per questo o quest'altro motivo; c'è sempre un motivo ispirato ad "alti principi" e supportato da una leggina ad hoc per dire di no a chi vuole "fare".
Questa è la sostanza, tutto il resto, come dice Califano, è noia.

Nessun commento:

Posta un commento