giovedì 20 gennaio 2011

Su Repubblica di oggi (20/01) le Ragioni dell'assessore Scaletti. Pronta la risposta di Riccardo che ringraziamo e pubblichiamo.

Ecco la risposta all'articolo apparso su Repubblica pag XI a firma dell'assessore Scaletti (non presente sul web per cui non abbiamo potuto linkarlo), l'autore è Riccardo e lo ringraziamo per averla inviata anche a noi oltre che alla Repubblica per controbattere l'intervento dell'assessore regionale.

Spettabile Direttore,
desidero rispondere brevemente alla lettera aperta dell'assessore Scaletti pubblicata oggi sul suo giornale.

Anche io, come l'assessore, non amo l'idea dei multisala giganteschi. Non ho mai messo piede, fino ad oggi, in un cinema che avesse più di 5 sale. Soffro all'idea che il cinema Variety, ottimo cinema del mio quartiere, sia sostituito, come si vocifera, dalle solite residenze, negozi, parcheggi. Per onestà intellettuale premetto inoltre che avrei con tutta probabilità un danno dal divieto di apertura della multisala a Novoli.


Ciò detto, credo fermamente che, se si vuole impedire la deriva culturale e sociale, ed in questo non si può non concordare con l'assessore che ve ne sia una in atto, si deve agire sulle cause e non sugli effetti.

Una legge regionale fatta chiaramente per impedire l'apertura di un singolo cinema non è il modo giusto di agire, per numerosi motivi.
Scaletti ovviamente non vuole e non può ribattere alle critiche sulla utilità di un tale provvedimento ad impedire che le sale cinematografiche chiudano. Sarebbe troppo faticoso fare un'analisi attenta degli ultimi quindici anni e provare a dare una risposta seria al problema. Tant'è vero che nessuno, dei politici locali, di destra centro e sinistra, lo ha fatto fino ad oggi ed i cinema di quartiere sono in crisi ormai da anni, molto prima che nascessero le multisale.

Molto più facile sposare la moda tutta italiana di legiferare ed aggiungere alla ipertrofica ed opprimente coltre di leggi, leggine, regolamenti, norme e via discorrendo, un'altra norma, che definire bizantina è dire poco: quella sulle distanze minime fra i cinema.

C'è un criterio per queste distanze che non sia solo, evidentemente, quello di definire la distanza tale da impedire la costruzione del multiplex di Novoli? Se c'è, mi piacerebbe molto di più conoscere questo criterio che non sentir disquisire di Keynes nella lettera-saggio filosofico dell'assessore.
Lo sa chi è Keynes, dottoressa Scaletti? Lo sa che è grazie alle suggestive dottrine economiche keynesiane da lei evocate che la classe politica, per il solo scopo di ingraziarsi ora alcuni elettori, ora le lobby, ora i propri famigli, ha portato i paesi occidentali, Italia compresa, anzi in prima fila, al disastro attuale del debito pubblico che rischia di spazzare via il "benessere" a cui siamo abituati?

Caro assessore, Lei si è tradita fin dalla prima riga della sua lettera aperta, parlando di "presupposto ideologico" alla scelta della norma sulle distanze.

E' proprio questo il punto, una "ideologia" è la pretesa che una sola idea ed un ragionamento logico da essa derivato, senza contraddittorio, senza un confronto e senza la seria comprensione della realtà, che ha molte più sfaccettature, possa portare a conclusioni corrette.
La deriva culturale e sociale che, caro assessore, non sta a cuore solo a lei ma anche a molte altre persone, non la si combatte con il paraocchi dell'ideologia, quale che possa essere l'idea alla base.
Tanto meno se è l'idea che basti impedire la costruzione di un cinema grande per consentire la sopravvivenza (che prospettiva squallida) degli anemici cinema "piccoli".
Perché in questo modo non solo non si ottiene la rimozione della causa, ma si provocano ulteriori effetti devastanti fra i quali, in primo luogo, ed è bene che se lo metta in testa tutta la classe politica, non solo la Scaletti, la fuga di chi vuole investire nella città.

Riccardo C.

2 commenti:

  1. Altro cinema che sta per chiudere, il Variety, che sia colpa del Multiplex di Novoli????
    Macchè stavolta davvero no, pare che dipenda dal fatto che l'affitto dei locali scade e che non sarà rinnovato.
    Brutta storia, oltre al dispiacere di perdere un punto di aggregazione sociale e culturale in quel quartiere soprattutto perchè rischiano il posto le 20 persone che ci lavorano, nel cinema.

    Nonostante questo, l'unica preoccupazione è assicurarsi che a Novoli, in una struttura già costruita con quelle caratteristiche, non venga mai realizzato un cinema...così dice l'articolo di oggi sulla Nazione:

    ..."Quando chiude un cinema è sempre un dispiacere — commenta Maurizio Paoli, presidente dell’Associazione nazionale degli esercenti cinematografici, da tempo schierato contro il Multiplex di Novoli che rischia di risucchiare le licenze dei cinema minori — . Ma almeno il proprietario del Variety ci ha assicurato che non venderà all’Immobiliare Novoli"

    Ormai è chiaro che siamo in mezzo ad una battaglia politica, mi chiedo come mai siano sempre i residenti di Novoli a dover pagare...

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